History
MONS REGALIS
Molte sono le supposizioni che gli studiosi hanno elaborato sulla sua fondazione, ma ancora vi sarebbe molto da scoprire per identificare la vera storia di questo luogo, mettendo a confronto le fonti storiche a quelle archeologiche potremmo di certo rivelarne l’identità. Con certezza, sappiamo che non molto lontano dall’ attuale Montereale esisteva un villaggio Sabino, di cui ancora molto manca da scoprire, risalente all’ epoca orientalizzante che va dal VI-VII sec. a.C. al V sec. a.C., e di cui vi sono tracce ancora visibili. La scoperta della necropoli sabina di Monterale dovrebbe riscrivere la sua storia, ma fin ora gli studiosi, così chiamati per la loro professione, non hanno ancora ufficializzato nulla di concreto, lasciandoci la libertà di supporre, addirittura, che quella potrebbe essere stata TESTRUNA o TESTRINA; se così fosse ci troveremmo di fronte al primo insediamento della civiltà Sabina, lo stesso villaggio di cui parlano Varrone, Strabone, Dionigi di Alicarnasso e altri storici che ne seguirono le tracce; (è pur vero che Atto Vannucci nel suo libro “ Storia d’Italia, dall’origine di Roma fino all’invasione dei Longobardi” la identifica con Fisterna nella località detta le Cisterne nel castello diruto nel territorio di Vigliano).
Ora, stando alle fonti storiche che ci fornisce Catone i Sabini:
“partirono armati da Testrina, rustico villaggio presso Amiterno ed entrati nelle terre degli Aborigeni presero loro Cutilia e altre città: e parte cacciando le genti ivi stanziate, parte mescolandosi ad essesi estero largamente per il territorio di Reate ( Rieti ) per il monte Lucretile e per la valle dell’Aniene sino alle rive del Tevere. Le Loro sedi più certe furono nel cuore degli Appennini che più si confacevano a popolo rozzo e vago della libertà che meglio si conserva nelle fortezze dei monti.”
Ovviamente tralasceremo tutta la storia già scritta dagli autori, ma vogliano le nostre supposizioni stimolare allo studio delle antichità il lettore, che possa egli trovare in altro modo una passione per le radici che tanto importanti sono per l’uomo e per la sua provenienza, promettendoci di approfondirle in futuro proseguiremo in un cenno generale sulla nascita di questo comune e sulle vicende che lo resero tale. Vogliamo dare per certa la storia più recente e rivelarne alcuni passi poco conosciuti dei naturali di questo territorio per meglio identificare l’origine del borgo che con molta probabilità risulta essere di epoca Angioina e spigheremo perchè.
Romolo Gaggese, nel suo libro Roberto D’Angio’ e i suoi tempi, raccoglie informazioni dai Registri della cancelleria Angioina che sono a tutt’oggi una delle principali fonti su cui si basa la ricerca storica dei nostri territori d’Abruzzo. Descrive in alcune vicende rivoluzionarie come al tempo di Roberto D’Angio vennero formandosi le prime autonomie comunali attraverso la costituzione, di alcuni gruppi di cittadini rivoltosi, delle Universitas, che ancora oggi rappresentano Lo Status Cives e cita la rivolta degli Uomini Montisregalis nei confronti dei loro antichi Signori e dell’ autorita regia,
Un caso analogo si verifica in Abruzzo. Gli uomini « Montisregalis » sono, com’essi affermano, continuamente tormentati dai nobili; ma intanto, rompendo in aperta rivolta, essi, come raccontano i nobili di Monteursello, abbandonano la loro antica sede, e costituiscono, raccolti « in unam communanciam », una nuova Università, a cui danno il nome di « Montereale », in danno dei « poveri nobili » e dell’autorità regia. Finiscono, è vero, per accordarsi con i loro antichi signori; ma gli accordi, dopo undici anni, attendono ancora il rispetto che è loro dovuto, e il fatto nulla perde, per essi, della sua significazione rivoluzionaria.
(Tratto da : Romolo Gaggese – Roberto d’Angiò e i suoi tempi – Bemporal –Firenze 1922)
Questo significativo passaggio non è mai stato considerato da altri autori, come Angelini e De Sanctis, ma è di fondamentale importanza per capire la vera origine del nome “Montereale”, esistente all’epoca forse soltanto con il nome di Montis Regalis ad identificare l’intero territorio, anzichè il solo sito attuale che probabilmente serviva da guarnigione per i soldati, ultimo balurdo di epoca Federiciana testimoniata dalle strutture dei complessi monastici di S. Francesco e S. Chiara meglio trattati negli altri capitoli. L’Antico gastaldato Novertino, con molta probabilità, fu l’antica sede dei Montisresgalis, abitanti autoctoni di quelle zone montuose che circondano la valle,( antico residuo del lago Pleistocenico) tenute ovviamente in altri feudi come quelli di Aviano, nei pressi del convento di S.Antonio, di Monteursello, i cui resti sono visibili nelle vicinanze di Cesaproba, di Patrignone, nell’omonimo sito della Foresta Sacra dove si conservano i resti nel sito delle Casarine, di Castel Paganica, Monte Castiglione, Verrico e Colle Verrico, citati anche nel libro “ La Foresta Sacra di Patrignone” dei Novelli, Castel Manno, di origine Normanna, identificabile forse con la località denominata Castel Antico e di tutte quelle altre realtà dimenticate nelle scritture e sepolte dal tempo. Non vogliamo riscrivere la storia, ma vogliamo semplicemente sottolineare che scavando in essa si possono trovare tante verità che mancano ancora di un filo conduttore per poter essere definite e ufficializzate, intendiamo dare il nostro contributo alla storia per meglio servire la patria con mezzi utili alla ricerca e all’approfondimento dei fatti che ne conseguirono.
Numerosi e feudatari di questo comune tra cui spicca la famiglia dei Farnese, la famiglia Medici, la famiglia Mari, i Canofari, i Cialfi, i Polidori, e altre famiglie successive all’epoca della fondazione; erano le altre famiglie dei Montorselli, dei Novelli dei Graziosi dei Cassiani, dei Ricci, Cialfi, e di altre che già esistevano in epoche precedenti, testimonianza degli antichi feudi che dominavano i Monti d’oro.
Si ipotizza che il paese e l’incantevole valle che la circonda, fossero ricercati luoghi di riposo e meditazione dei vari ordini ecclesiastici; questo spiegherebbe la straordinaria ricchezza di conventi e chiese, tra cui quella di S. Maria Assunta, dall’interessante architettura settecentesca, con portale romanico, e quella del Beato Andrea, ricostruita nel XVIII secolo, su un preesistente edificio di culto duecentesco, con all’interno un leggiadro sacello marmoreo del 1749, contenente le spoglie del Santo. Da vedere anche le chiese delle Anime sante e della Madonna del Carmine; inoltre, i resti Conventi dei Cappuccini, di San Francesco,di Santa Chiara, e quello ancora in funzione di clausura di San Leonardo.
​
Questo è solo un piccolo frammento di una storia che ha mille incastri con il passato, con le molte vicende che narrano i silenziosi archivi, posti a difesa come torri vaganti, illuminate qua e la come stelle in un firmamento così reale da far pensare a volte ad un disegno ben preciso.
La storia, nostra alleata, contorna il mondo in cui viviamo, dove tutto è legato agli accadimenti, le rivolte, le oppressioni, le conquiste sociali, le lotte per la libertà, per idiritti umani, per la verità e la giustizia, dalla lealtà innata di uomini di valore e coraggio, forza e ingegno, eroi dimenticati nel buio della propria ombra, che mai consceremo fino a fondo, da poterne seguire le onde.
Ma la storia è così imperfetta e strumentale, come una vecchia chitarra che suona solo alla passione, dove la ricerca arriva fino al vero, con il confronto, lo studio e la costanza, in una terra di nessuno dove tutti sono nati, dove vi è ancora traccia in un piccolo frammento di un passato straordinario, di miliardi di anni che plasmarono un ambiente incostante, mutevole, traviato, dove tutto avvolge la nebbia, che fresca rischiara la torbida acqua della notte; quel tempo, che semina e raccoglie, che inclina le montagne, che dà forma ai continenti, quel tempo che crediamo remoto e sempre presente, vivo sotto di noi, ed è quello che ci governa e ci fà chinare la testa.